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Non ti vaccini, ti ammali, muori o fai morire”…

Questa frase allucinante pronunciata dal premier Mario Draghi, sostenuto da una maggioranza trasversale bulgara, è la sintesi perfetta che dipinge la follia psicotica che ha investito il nostro paese per più di 3 anni.

Ciao, sono Patrick De Watt, fondatore del canale Youtube “Investire da Zero” e dell’annesso gruppo di mutuo aiuto “Terra Ohm” che oggi ti presenterò.

Gli inizi

Hai presente che, “nel sogno americano” ogni idea vincente parte sempre da un garage?

Ogni riferimento a Bill Gates o Steve Jobs è puramente causale. 🙂

Ecco, il gruppo Terra Ohm, invece, nasce nella mia camera da letto…

Certo, detta così suona male.
Se non mi segui dagli inizi di questa avventura ti starai sicuramente facendo delle strane idee, non è vero?

Adesso ti spiego tutto sin dagli inizi del mio percorso personale e delle varie vicissitudini che poi ha portato alla nascita del gruppo, così capisci che cosa significa.

Negli anni duemila svolgevo la professione di consulente finanziario. Poi, nel tempo, mi sono via via spostato verso il settore aziendale e più specificatamente nell’ambito della consulenza strategica.

Se non sai cos’è, la consulenza strategica si occupa di analizzare le imprese al fine di pianificare tattiche e strategie utili ad aumentarne i profitti, trovare soluzioni innovative, scoprire nuove nicchie di mercato vacanti e così via.
In genere è un lavoro che coinvolge un’intera equipe di professionisti con varie specializzazioni che si coordinano tra loro al fine di tirar fuori il coniglio dal cappello.

La mia carriera procedeva bene fino a quando, nel giugno del 2016 iniziano improvvisamente dei gravi problemi di salute.
Nel giro di un mese sono passato dall’essere perfettamente in salute al dovermi ricoverare il giorno del mio 37° compleanno al fine di effettuare terapie ed interventi d’urgenza…

Inizia così, un mio personale calvario durato due anni in cui non ero più considerato abile al lavoro e la mia carriera di consulente andò gambe all’aria!

Nel 2018, quando il grosso dei miei problemi era ormai alle spalle cercai di rilanciarmi lavorativamente ma, complice il fatto che mi era stato sconsigliato di prendere l’aereo, che dovevo comunque effettuare una terapia medica su base mensile, e che dovevo essere controllato da tre diversi specialisti con cadenza trimestrale, diventava impossibile ritornare a far parte di un equipe di professionisti.

Questo perché, la maggior parte delle grandi aziende che necessitano di servizi come la consulenza strategica è situata in nord-Italia o all’estero, ed io ero impossibilitato a spostarmi in simili trasferte.

Il canale Youtube

Con l’impossibilità di trasferirmi al nord o all’estero per motivi di salute, e considerando anche la situazione lavorativa del sud-Italia, le mie prospettive di trovare un lavoro erano praticamente zero. Anche la possibilità di avviare l’attività come libero professionista apparivano nulle, e quindi ero sostanzialmente in stallo!

Paradossalmente mi serviva una consulenza strategica per risolvere il mio problema 🙂

Non mi do per vinto e sfodero le mie abilità analizzando me stesso.

Questa cosa in genere è molto difficile da fare perché, quando ci si analizza si tende ad essere troppo severi o troppo indulgenti con se stessi, ed inoltre non si vede mai la trave nel proprio occhio …è molto più facile notare la pagliuzza in quello degli altri.

In ogni caso, essendo a casa e a spasso, il tempo di certo non mi mancava e alla fine giungo ad una conclusione: devo trovare il modo di svolgere la mia professione di consulente strategico lavorando da casa e automatizzando al massimo i processi.

Facile a dirsi ma molto difficile a farsi!

Innanzitutto dovevo puntare ad una clientela target molto diversa da quella che in genere commissiona una consulenza strategica.

Questo comportava il dover trovare un angolo di attacco commerciale differente dal solito e calibrato al fine di farmi conoscere da piccoli imprenditori e liberi professionisti, che in genere non hanno idea di cosa sia una consulenza strategica e di come questa possa tornargli utile.

Alla fine giungo alla conclusione che dovevo utilizzare un social network molto comune per raggiungerli, e al contempo occorreva effettuare un processo di educazione rispetto ai concetti di strategia, marketing, pensiero laterale, eccetera.

L’unico modo per farlo era utilizzando un canale Youtube, in quanto è quello che meglio si adatta a raggiungere facilmente un vasto pubblico e ad effettuare il lungo processo educativo che avevo in mente.

Tuttavia c’era un secondo problema da risolvere: questo approccio era particolarmente lento e avrebbe impiegato anche due o tre anni per generare i suoi frutti, mentre io necessitavo di guadagnare in tempi brevi.

Purtroppo, benché la sanità italiana è, sarebbe più corretto dire “era”, fra le migliori al mondo e sostanzialmente quasi gratuita, i tempi di attesa lunghissimi mi costringevano ad effettuare molti esami privatamente con i relativi costi.

Inoltre, gli aggiornamenti professionali del settore, che prima mi venivano forniti dalle aziende di consulenza per cui lavoravo, erano adesso a carico mio ed ero costretto a farli altrimenti rischiavo di uscire fuori dal mercato…

Morale della favola, negli anni in cui non ho potuto lavorare mi sono bruciato quasi tutti i risparmi.

Ok, lo Stato mi passava la pensione di invalidità civile, ma con 286€ al mese non è che uno ci fa un granché… Bastavano a stento per i farmaci e poco più.

Dovevo guadagnare il prima possibile, altrimenti mi sarei ritrovato in una situazione in cui non avrei più potuto effettuare gli aggiornamenti professionali scivolando, via via, fuori dal mercato.

Alla fine sarebbe stato impossibile ricominciare a lavorare, e tra l’altro non conoscevo nessuno che mi avrebbe potuto dare una mano a farlo!

Di conseguenza, il mio progetto originario sulle consulenze aziendali l’ho dovuto mettere in ibernazione per avviare un progetto secondario ma che potevo monetizzare più velocemente.

Teoricamente avevo già dei “prodotti” da poter vendere che avevo realizzato negli anni precedenti, solo che erano legalmente vincolati.

Quando ero consulente finanziario, per farmi conoscere e creare quello che nel marketing si chiama “effetto autorità”, scrissi e pubblicai un ebook (che è un libro in formato digitale) con un emergente casa editrice italiana: la Bruno Editore.

All’epoca era una soluzione azzardata ed innovativa, parliamo infatti del 2008, tuttavia era anche l’unica soluzione praticabile, in quanto le grosse case editrici tradizionali di certo non mi si filavano…

Effettivamente la cosa porto dei risultati positivi, anche se però iniziarono a conoscermi più nel nord-Italia che non a Catania dove esercitavo.

A questo punto pensai che forse, invece di usare i cosiddetti “info-prodotti” per farmi conoscere era meglio utilizzarli per guadagnare da essi. Così facendo, il fatto che vendevano di più al nord rispetto a dove vivevo non era più un problema.

Continuai così finché un altro editore non mi commissionò un video-corso che chiamammo “Investire, guadagnare …e risparmiare”.

Nel 2010 avevo già realizzato 2 corsi su ebook e un corso a video, che erano in vendita e da cui percepivo le royalties.

Tuttavia, per motivi vari, i due editori nel tempo avevano messo in disparte i miei corsi e dopo qualche anno non mi facevano più guadagnare.

In pratica, i ricavi dalle royalties si sono azzerate proprio nel periodo in cui iniziarono i miei problemi di salute…

Quando si dice che la fortuna e cieca ma la sfiga ci vede benissimo!

I due ebook erano usciti di scena e il video-corso non era più di interesse del mio editore, che nel frattempo aveva cambiato linea editoriale e aveva dismesso i corsi a tema finanziario.

Decisi quindi di provare a fare una mossa insolita nel settore editoriale.

Proposi all’editore del video-corso “Investire, guadagnare e risparmiare” di rivendermi i diritti della mia stessa opera e di tutti gli articoli che nel tempo scrissi per il blog del casa editrice il cui scopo era quello di pubblicizzare la vendita del corso stesso.

Fortunatamente accettò e mi misi all’opera.

Aggiornai un po’ il corso per renderlo al passo coi tempi, visto che era stato registrato nel 2009 e nel frattempo erano cambiate diverse leggi. Per motivi di marketing gli cambiai nome in “Investire da Zero”, ed infine mi dedicai ad aggiornare anche tutti gli articoli che negli anni avevo pubblicato nel blog.

Ma siccome i problemi non si presentano mai da soli, in quegli anni in cui ero fuori dai giochi per motivi di salute si era materializzato l’ennesimo problema: la gente ormai non leggeva più gli articoli del blog in quanto considerata attività troppo faticosa… Meglio essere passivi e vedere dei video su Youtube o su Facebook.

Dovevo quindi convertire centinaia di articoli per il blog in video-articoli pubblicabili su un canale Youtube. Ma al solito questo comportava tutta una serie di problemi da superare.

In quegli anni, parlo del 2018/2019, su youtube erano presenti soprattutto ragazzini che cercavano di “arrotondare” vendendo corsi in affiliazione per guadagnare qualche spicciolo.

Siccome erano dei ragazzini non avrebbero suscitato nessuna credibilità o fiducia nei potenziali acquirenti interessati a temi finanziari, e quindi erano soliti creare dei video con delle slide a cui poi associavano una voce che commentava.

Quelli più svegli registravano il testo letto da un adulto, gli altri, invece, utilizzavano una voce visibilmente finta o alterata per non far capire che erano giovanissimi…

Se volevo fare le cose per bene dovevo metterci la faccia!

Spesi tutto quello che mi rimaneva per comprarmi le attrezzature, allestire un set di registrazione in casa e aprire la Partita IVA. Inoltre dovetti anche imparare ad elaborare le immagini, ripulire gli audio, stare davanti ad un telecamera e parlare in modo naturale, e via discorrendo.

A questo si sommava il problema che uscivo da una lunga malattia e che continuavo a dover fare le terapie, e ciò non mi dava un bel colorito. Insomma, ero talmente pallido che sembrava avessi visto un fantasma.

Mi sono addirittura fatto le lampade per avere un colorito decente, tant’è vero che nella foto profilo che utilizzavo sembra fossi mediorientale 🙂

Comunque, alla fine, con molta pazienza e tanta fatica, iniziai a registrare i vari video-articoli e li pubblicai su Yotube nel canale Investire da Zero.

A poco a poco il canale iniziò ad attrarre visitatori ed iniziarono le prime vendite.

Al corso Investire da Zero ne affiancai poi un secondo sul trading che chiamai “Trading da Zero”. Ovviamente iniziai a pubblicare anche video-articoli sugli investimenti per spingere le vendite di questo secondo corso.

Il canale Investire da Zero cresce!

Il progetto andava bene, il canale cresceva e dava i suoi risultati e nel tempo avevo pubblicato centinaia di video-articoli sul tema finanziario a cadenza costante.

Era arrivato il momento di fare un salto avanti per porre le basi del mio futuro canale incentrato sulle strategie d’impresa su cui volevo basare il mio futuro professionale.

Inizio, quindi, ha pubblicare dei video di approfondimento su tematiche in auge in quel momento analizzandole dal punto di vista economico e, cosa che praticamente non faceva nessuno, dal punto di vista tattico e strategico.

Così facendo iniziavo quel lungo processo di educazione riguardo l’elemento strategico e l’importanza che esso riveste in qualsiasi contesto.

Il primo tema che trattai fu quello dell’evasione fiscale andando a smontare tutti le legende metropolitane che circolano attorno a tale argomento. Ricorderai sicuramente che nel 2019 sembrava che la colpa dei disastri italiani fosse da attribuire agli idraulici…

Continuai poi con l’altro tema di attualità, che erano le panzane sull’inquinamento e l’astro nascente Greta Thumberg. In particolare trattai le auto elettriche, quelle ad idrogeno, e le ripercussioni economiche che i cambiamenti climatici potevano provocare al sistema economico, eccetera.

Non tardarono ad arrivare le richieste degli iscritti al canale di parlare di argomenti molto sentiti, tra cui il più gettonato era quello riguardante il declino economico italiano e le strategie che avremmo potuto utilizzare per raddrizzare la nostra condizione economica nazionale.

La richiesta mi fece un enorme piacere, in quanto, per la prima volta mi si chiedeva di elaborare una strategia e ciò significa che a poco a poco il concetto di strategia si stava metabolizzando nelle coscienze del pubblico.

Non fu l’unico argomento in cui mi chiesero delle strategie. Ricordo che mi fu chiesto come organizzare un movimento sovranista serio, che non finisse per tradire come avevano appena fatto quelli del Movimento 5 stelle e della Lega.

Registrai due video di pura strategia proprio su questo argomento: “Come organizzare una rivoluzione sovranista”.

Insomma, tutto andava per il verso giusto e iniziano pure ad arrivare le prime richieste di consulenza aziendale benché ancora non stessi pubblicizzando quel tipo di attività.

Arrivano i lockdown!

Siccome, come ho detto prima, la sfiga ci vede benissimo, giusto mentre le cose iniziavano a procedere bene iniziano ad arrivare strane immagini dal lontano oriente…

Sembra che in Cina ci fossero problemi e si parlava di un epidemia di cui all’inizio non si sapeva nulla.

Lì per lì la cosa non mi allarma e in realtà non allarma nessuno, anche perché non era la prima volta che partivano epidemie dall’oriente e, in genere, finivano solo con una gran sceneggiata e un nulla di fatto.

Ricorderai sicuramente l’influenza aviaria, quella suina e così via. Gran clamore, nulla di fatto e fine delle discussioni.

Noto però, che a differenza delle pseudo epidemie dei decenni precedenti, questa volta i media insistevano di più sulle notizie e contemporaneamente avevano avviato una stravagante campagna pubblicitaria sui “professionisti dell’informazione”.

Dico stravagante perché era la prima volta che i media mainstream, tutti insieme contemporaneamente, supplicavano i telespettatori di credergli sulla parola senza mettere in dubbio quello che dicevano.

Essendo un esperto di strategie e marketing la cosa mi salto immediatamente all’occhio, in quanto questo tipo di messaggio non si deve trasmettere mai!

Significa dichiarare al mondo che il tuo pubblico ti trova poco credibile, e quindi ti stai facendo da solo quello che si definisce un autogol mediatico.

Conoscendo chi lavora dietro le quinte del mainstream e la loro professionalità nel campo della manipolazione delle menti, non poteva essere che fosse un semplice e clamoroso errore comunicativo.

Ci doveva per forza essere dietro qualcosa. Ma non riuscivo a capire cosa.

Vedevo gli elementi strani in piena vista, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare cosa sarebbe stato avviato da lì a poco.
Non riuscivo ancora a collegare gli eventi cinesi con le mosse in corso nel nostro paese.

In Cina le cose sembrano precipitare e facevano vedere le costruzioni in tempi record di ospedali, disinfestazioni massive delle strade, gente con tute contenitive e persone che cadevano a terra all’improvviso.

Non ti nascondo che iniziai a preoccuparmi seriamente, ma al contempo vedevo che i media occidentali, che pur facevano vedere queste immagini shockanti, sembravano tranquillissimi.

Anche questa era una cosa strana, visto che il loro compito è vendere tramite la paura, lo sconcerto o la curiosità, e quindi teoricamente avrebbero dovuto cavalcare la notizia per far cassa.

Pensai allora che ci fosse stato un’ordine governativo per non far scatenare il panico fra gente.

Questo, però, significava che la cosa era maledettamente seria!

Era l’inizio del febbraio 2020 e ricordo benissimo che dissi a mia madre di fare grandi scorte di cibo e generi di prima necessita perché avevo la sensazione che stesse per scatenarsi l’inferno.

Ricordavo benissimo ciò che era accaduto quando nei primi anni 90′ scoppiò la prima guerra del golfo, che benché non c’era alcun motivo di preoccuparsi, visto e considerato che l’Iraq non era assolutamente in grado di colpirci o contrattaccare, la gente si fece prendere dal panico e assaltò i supermercati, tant’è che se uno non si sbrigava a sua volta a fare scorte rischiava di rimanere senza cibo o quant’altro.

Cioè, quando si scatena il panico, non è importante se esso è giustificato o meno, in quanto gli effetti che si proiettano nel breve periodo sono i medesimi.

Onde evitare di provocare io stesso un’ondata di panico dissi a mia madre di non riempire i carrelli ma di fare una spesa “classica”, portare le cose a casa e poi uscire di nuovo e andare in un altro supermercato a fare un altro carrello di spesa. E così via su tutti i supermercati della zona.

Effettivamente in due giorni riempimmo casa di tutto ciò che poteva servire senza dare nell’occhio.

La convinsi dicendo che se si fossero accorti che comprava carrelli pieni di spesa, lo avrebbero fatto anche loro e in breve tempo i prezzi sarebbero saliti alle stelle. A questo si aggiungeva il fatto che tutti avrebbero saputo che avevamo la casa piena di prodotti di prima necessità. E non si sa mai le cose del futuro…

Dopo circa 7 giorni ci fu il primo morto a Codogno e il relativo panico che sfociò nell’assalto ai supermercati come da me previsto.
Si comprarono di tutto e il primo prodotto che andò esaurito fu la carta igienica. Stranamente, però, nessuno voleva le farfalle Barilla.

Improvvisamente l’atteggiamento dei media e del Governo si ribalta.

Prima c’era una surreale tranquillità ed era stata avviata la campagna di “abbraccia un cinese”.

Successivamente i media iniziano un altrettanto surreale conteggio di infetti, ricoverati e morti, e il Governo inizia a pianificare quarantene, confini e misure contenitive degni di un B-movie anni 70’…

A questi eventi le mie antenne si drizzano e mille pensieri bombardarono la mia mente.

Pensavo: che la stampa adesso calchi la mano con i conteggi ci può stare, in fin dei conti, creare quei conteggi amplificava il panico e quindi permettevano di tenere il telespettatore incollato al televisore, aumentando così, gli introiti pubblicitari.

Tuttavia, il compito primario di un Governo è quello di evitare a ogni costo che si scateni il panico.

Come mai non mandano le forze dell’ordine a prendere il controllo dei media per stemperare la notizia?
Come mai anche i politici buttano benzina sul fuoco mandando nel terrore le persone?

Era una situazione che non aveva senso! Per una manciata di morti si rischiava di far precipitare l’Italia nell’anarchia. Le altre nazioni si stavano comportando in modo molto più razionale e cercavano di sgonfiare la notizia.

Che cosa c’era sotto?

I nostri politici erano totalmente nel pallone per via della loro più che nota incompetenza?
Oppure stavano perseguendo un obiettivo che in quel momento non riuscivo a capire?

Non sapevo che pensare, nulla sembrava aver senso.

L’unica cosa che in quel momento aveva una logica all’interno della mia testa, era che la situazione fosse molto più grave di quel che si stava raccontando e che i morti fossero già migliaia, con una situazione alla stile ebola o giù di lì.

Non ti nascondo che mi stavo letteralmente cagando addosso ma cercavo in tutti i modi di rimanere razionale.

Nulla, però, aveva senso!

Da un lato sembrava che in Italia si stesse scatenando il finimondo, dall’altro all’estero sembravano abbastanza tranquilli.

Sembravano tranquilli, ma non per questo non ci fregavano le apparecchiature elettromedicali e le mascherine che l’Italia importava dalla Cina.

Quindi il problema c’era anche all’estero! Ma allora perché facevano tutti finta che era solo un problema italiano?

Ricorderai sicuramente che in quel momento tutte le nazioni del mondo iniziarono ad isolarci, e addirittura i francesi avviarono una campagna mediatica contro la pericolosità dei prodotti italiani.

Inizio a pensare che ci fosse una trama ben precisa sotto.

Cioè, che il problema pandemico ci fosse realmente, ma che sotto sotto non era poi così tanto pericoloso, cosa che giustificava la calma razionale delle altre nazioni.

Ma perché l’Italia, invece, si comporta in modo così poco lucido?

Se ci fosse veramente una pandemia, considerando la globalizzazione in essere, si spargerebbe nelle altre nazioni in un baleno.
Quindi era impossibile che le altre nazioni avessero pensato di risolvere il problema semplicemente tagliando i collegamenti aerei e con dei blocchi alla frontiera.

Il virus probabilmente aveva già passato la frontiera. Per non parlare del fatto che da noi era arrivato da fuori e quindi si sarebbero dovuti isolare piuttosto che isolare noi…

In quel momento pensai che i nostri politici si fossero venduti la nazione.

Devi fare mente locale e pensare a cosa accadeva in quel periodo.

L’Italia aveva subito attacchi su attacchi a livello speculativo negli anni precedenti. Ricorderai sicuramente il golpe bianco contro Berlusconi effettuato a colpi di spread organizzati da Francia, Germania e dalla BCE.

Le pressioni per distruggerci mediante la ratifica del MES.
I Francesi che si prendevano tratti di mare e di territorio italiani da un giorno all’altro.
I ricatti economici della commissione UE.
Le letterine e le dichiarazioni al vetriolo da parte dei membri della commissione europea, a Borse aperte, per mandare a gambe all’aria la nostra economia facendoci attaccare di proposito dagli speculatori internazionali, in modo da insegnarci a votare correttamente.

Insomma, l’Italia era sotto attacco da anni, direi da decenni addirittura.

E benché i nemici più pericolosi li avessimo all’interno ed aiutavano in tutti i modi le potenze straniere a distruggerci, l’Italia continuava a resistere con un che di miracoloso!

Mi era quindi balenato per la testa, che i politici italiani stavano ingigantendo la cosa di proposito al fine di distruggere economicamente la nazione e avere finalmente la scusa per consegnarsi a pezzi alle varie potenze straniere.

Sarebbe così partita una svendita di tutto, addirittura di interi parti del territorio, con la scusa che la UE ci avrebbe aiutato a ripartire, usando la classica frase del: “grazie alla UE e bla bla bla vari”.

Insomma, diventavamo finalmente una colonia di fatto! In fin dei conti e ciò che molti in Italia sperano da sempre…

Arriva poi la prova regina: i camion di Bergamo

Ricorderai sicuramente quelle scene. D’altro canto, come dimenticarle. Fecero il giro del mondo e addirittura mi chiamarono i parenti dal Venezuela per informarsi e chiedermi se avevamo bisogno d’aiuto che ci mandavano dei soldi o quant’altro.

Insomma, il mondo dava l’Italia per persa, ormai ci davano tutti per morti e iniziavano a pensare al dopo.

Ricordo, che quando vidi quelle immagini per la prima volta furono un vero e proprio pugno nello stomaco.

Ma più guardavo quelle immagini e più qualcosa non tornava.

Le immagini erano state proposte come filmate da una persona sul posto che poi le pubblico su youtube e, i servizi giornalistici trasmettevano queste immagini, diciamo, “rubate”.

Ma le immagini erano troppo belle da un punto di vista cinematografico per essere registrate con un telefonino alla buona.

Intanto era ferme e senza tremolii, come registrate da un professionista con un carrello. Poi la qualità eccelsa delle immagini e addirittura delle inquadrature fatte leggermente sopraelevate come ad usare un drone e in più parti della città.

Certo, poteva essere che vi fosse un esperto di riprese che viveva giusto in quel punto e che quindi aveva le attrezzature professionali.

Ma a questo va aggiunto l’inusuale utilizzo di camion militari che non sono di certo attrezzati per il trasporto salme. Inoltre, non capivo perché le bare non fossero state tutte caricate su di un solo camion o al massimo in due, invece che creare un corteo.

Poi c’era da considerare anche l’orario particolare che creava l’atmosfera, con le luci dei camion accesi e, non ultimo, l’utilizzo, appunto, di camion militari invece che affittarne qualcuno generico e anonimo.

In ogni caso, non sarebbe stato difficile farsi prestare una decina di normalissimi carri funebri da le varie agenzie che sicuramente erano meglio attrezzati per il trasporto salme.

In pratica fu creato un vero e proprio set cinematografico il cui obiettivo era chiaramente creare uno shock mentale alla gente.

Li si voleva terrorizzare ma non c’era un motivo plausibile.

Quindi si rinforzava in me l’idea dell’organizzazione di un “Sacco d’Italia”. Cioè qualcosa di simile al Sacco di Roma

Col senno di poi devo dire che, furono proprio quelle immagini che alla fine mi tranquillizzarono e mi fecero capire che era in atto una messa in scena di ampia portata.

Se fosse stata una situazione reale un Governo ha l’obbligo categorico di non provocare il panico, in quanto gli effetti che si possono scatenare possono essere molto più gravi che non il problema in se.

Non è un caso che esiste un reato apposito che si chiama “procurato allarme”.

In una nazione strutturata come l’Italia, che in passato ha dovuto superare una dittatura, un tentativo di golpe, nonché atti terroristici di vario tipo e gravità, esistono dei sistemi di controllo automatici che intervengono anche contro la volontà del Governo.

Se anche quest’ultimo si fosse sbagliato per incompetenza o imperizia, ci sarebbe stato uno dei capi delle forze dell’ordine o dell’esercito che avrebbe bloccato la cosa.

Se fosse stato reale non avremmo mai visto le immagini in TV e, al più, sarebbero circolate solo di soppiatto nei social con la polizia postale che avrebbe oscurato immediatamente le immagini in questione.

E sai benissimo che sono tranquillamente in grado di farlo, come avrai potuto facilmente constatare successivamente con la censura che hanno applicato in tutti i social per chi non si è allineato al pensiero unico.

Le ripercussioni sociali e lavorative

Ovviamente, tutte queste situazioni avevano impresso delle pesanti ripercussioni sulla società e nelle imprese.

A livello sociale si è innescata quella che in gergo possiamo definire una cultura del sospetto” che è poi sfociata nella classica caccia alle streghe.

Caccia alle streghe che veniva, di fatto, condotta e agevolata dallo stesso Governo che ha immediatamente avviato la campagna del “distanziamento sociale”.

Nota proprio il termine che è stato utilizzato: non distanziamento fisico, che magari, benché scientificamente inutile, stiracchiando molto il concetto poteva avere un vago senso in una pandemia.

No! Parlavano di distanziamento “sociale”.

C’era, quindi, una volontà chiara di distruggere e sfilacciare la coesione sociale, unico filtro o muro che si sarebbe potuto opporre ad una disgregazione nazionale.

Nessuno sembra averci fatto caso dei giornalisti, dei politici, degli opinionisti o quant’altro. Bastava semplicemente analizzare i termini utilizzati per capire che qualcosa non andava.

Questo distanziamento sociale, imposto con leggi assurde, iniziò con la campagna “15 giorni a casa per tornare più forti di prima”, ma stranamente aggiungevano sempre che, “non si sarebbe più ritornati al mondo di prima…”.

Quando sentivo quelle dichiarazioni pensavo immediatamente: ma scusate, dura 15 giorni o dura per sempre?

Cioè, non ha senso logico una frase in cui si dice che servono 15 giorni per ritornare più forti di prima, insieme ad una che dice che non ci sarà più il vecchio mondo ma dobbiamo rassegnarci ad una nuova normalità!

Quindi non è vero che il tutto durerà 15 giorni…

Perché mai il mondo deve cambiare solo perché qualche anziano con svariate patologie sta morendo?

Perché, e bene ricordare, che all’inizio i deceduti erano tutte persone ultra ottantenni con tre o più patologie gravi in essere. Cioè, moriva gente che comunque da lì a qualche mese sarebbe comunque morta, e quindi non c’erano dei veri cambiamenti sociali.

In pratica, quello che dicevano in diretta TV, con tanto di bollettino di guerra, non aveva nessuna logica.

E più ascoltavo queste dichiarazioni, più il tutto sembrava paradossale e senza senso; convincendomi sempre di più che c’era dell’altro sotto; che il vero scopo non fosse fermare la pandemia ma che si voleva raggiungere un qualche obiettivo losco o ai danni della popolazione.

Magari qualcosa che in una situazione normale non sarebbe mai stata accettata, ma imponendola subdolamente, avrebbero poi messo la gente davanti al fatto compiuto, trincerandosi dietro alla scusa del “l’abbiamo fatto per il vostro bene”, oppure del “non avevamo altra scelta in quel momento”.

Alla fine i 15 giorni durarono 3 mesi ma la pandemia continuava.

Tre mesi che hanno praticamente spappolato le relazioni sociali, dove chiunque raschiasse la gola o starnutisse veniva percepito come un pericolosissimo untore.

Ma non furono solo le relazioni sociali ad andare in crisi, ma furono soprattutto le imprese e chiunque avesse un lavoro non stabile, ad avere la vita rovinata.

Il fermo prolungato delle attività mise a dura prova milioni di attività imprenditoriali, che già provenivano da un lungo periodo di crisi economica a cui si aggiunsero le chiusure imposte a colpi di DPCM, mentre le spese fisse continuavano.
Cosa che portò molti al fallimento.

A questo si aggiunsero tutta una serie di spese imposte, sempre per legge, che prima non esistevano.

Mi riferisco alle sanificazioni, all’adozione di misure di contenimento surreali come il plexiglas di separazione sui tavoli da pranzo, il distanziamento degli stessi tavoli tra di loro, eccetera.

Tutte soluzioni che avevano costi di attuazione, a cui si aggiungeva un crollo dei fatturati, in quanto si potevano servire molte meno persone negli spazi a disposizione.

E all’epoca ricordo che iniziarono ad arrivarmi centinaia di email, in cui gli imprenditori mi domandavano se potessi formulare una qualche strategia per fargli superare il momento critico.

Se potessi dargli delle dritte, suggerirgli qualcosa, insomma, tirare fuori un qualche coniglio dal cilindro che compisse il miracolo.

Non paghi di ciò, tutti i politici intervistati nei vari talk-show non facevano che dire che le imprese che fallivano, era giusto che scomparissero, in quanto è evidente che non erano più adatte alla “nuova normalità” che sarebbe stata imposta.

Insomma, era un passaggio naturale, una specie di karma divino che eliminava il vecchio, l’inutile e il parassita della società, per far posto al nuovo, allo scattante, al moderno, al neo-normale e multinazionale che sarebbe stato alla base della nuova normalità.

Non c’era nessuna compassione per quei milioni di piccolissimi imprenditori, che erano sopravvissuti alle scellerate politiche europee, alle ancora più scellerate scelte dei politici italiani che vollero suicidarsi entrando nella UE.

Milioni di piccolissimi imprenditori, i quali ognuno aveva la propria famiglia da mantenere e che sarebbero rimasti tutti senza lavoro e in mezzo ai debiti da pagare.
Cosa che avrebbe fatto perde loro la casa e tutto ciò che avevano faticosamente risparmiato in una vita di lavoro e sacrifici.

Anzi, molti politici ridevano sotto i baffi, e ricordo anche molta gente comune che pubblicavano commenti e tweet allucinanti, in cui sproloquiavano di fantomatiche punizioni divine e giuste contro chi era sempre stato evasore.

Ovviamente dimenticandosi che gli unici che avrebbero avuto possibilità di salvezza erano proprio gli evasori, che tanto non avrebbero pagato un cazzo e sarebbero falliti solo quelli in regola che erano in crisi proprio perché pagavano.

Draghi parlava chiaramente di ripartire tagliando fuori dagli aiuti le aziende zombie.
Insomma, approfittarne della situazione, proprio per farle chiudere.

Quindi avevamo la conferma: non era un caso o una disgrazia…

Era una cosa voluta e pianificata, come tra l’altro lui stesso aveva preconizzato anni prima in una riunione tra i 30 banchieri più potenti al mondo.

Inizio ad aiutare come posso

In quel periodo, complice anche il fatto che si era stati sotto lockdown per mesi, tutte le attività online comprese quelle di intrattenimento ebbero un exploit improvviso.

Il canale “Investire da Zero” passò, in 3 mesi, da meno di 1.000 iscritti a circa 5.000 e di conseguenza, anche le richieste di aiuto che mi pervenivano per email iniziavano ad incrementarsi con lo stesso ritmo.

Inizio a rispondere a tutte le email e mi accorgo molto presto che erano quasi tutte dello stesso tenore. Di conseguenza, anche le risposte erano spesso dei parziali copia/incolla di altre email.

Tuttavia questo mi assorbiva moltissimo tempo che, in quel momento potevo disporre in quanto il mio lavoro vero e proprio era totalmente fermo per via dei lockdown.

Nel frattempo anche la mia linea editoriale subì dei cambiamenti.

Visto il momento e la gravità della situazione, decisi di stoppare la pubblicazione dei video-articoli a tema finanziario, che in quel momento erano non di certo vitali, e preferii pubblicare dei video in cui iniziavo a fare delle previsioni su cosa sarebbe potuto accadere da lì a poco tempo.

Erano previsioni che partivano dalle stesse analisi rispetto al comportamento che avevo notato riguardo i politici e tutte quelle situazioni che ti ho fatto notare nella parte iniziale di questo racconto, che poi proiettavo in un probabile futuro che si sarebbe sviluppato continuando su quella strada.

Ricordo che creai un video sul tramonto industriale del nord-Italia, uno sull’esplosione inflazionistica che sarebbe sicuramente arrivata negli anni successivi, e così via.

Erano sostanzialmente i prequel di ciò che da lì a qualche mese avrei poi chiamato i “Fanta-politica”.

Cioè, erano dei fanta-politica solo che ancora non avevo messo appunto il format e quindi avevano dei titoli che cambiavano di volta in volta.

Questi video avevano lo scopo di far capire a chi mi seguiva, cosa sarebbe potuto accadere e quali mosse avrebbero dovuto fare per salvarsi o attutire il colpo.

Era un sistema per aiutare in modo indiretto chiunque fosse stato abbastanza sveglio da capire.

Le richieste di aiuto per email e tramite i commenti ai video continuano ad aumentare e la situazione diventa disperata.

Prometto, quindi, di creare un video-corso che avrei distribuito gratuitamente, in cui spiegavo come si sarebbe potuto intervenire nelle proprie aziende per superare i problemi ed adattarsi alle situazioni in cui saremmo potuti andare in contro.

Impiegai qualche settimane a registrarlo e poi lo distribuii gratuitamente come promesso.

Lo chiamai “Business in continuo adattamento” ed era un corso tratto dalle ricerche che avevo fatto anni prima per la mia tesi di laurea e riadattato per l’occasione. Il fine era dare degli spunti più efficaci in quella situazione ed essere al contempo comprensibile a chi non era esperto di gestione aziendale.

L’idea fu molto apprezzata ma arrivarono pure molte critiche!

L’accusa comune era che, “si questo aiuta tutti gli imprenditori o chi vuole strutturare in impresa il proprio lavoro ma ti stai dimenticando che gran parte di chi ti segue siamo dipendenti e anche noi stiamo perdendo il reddito”.

Cosa possiamo fare noi per salvarci?

Ovviamente chi mi avanzava questa critica aveva ragione. Essendo un consulente di strategie aziendali, per quello che si chiama deformazione professionale, mi venne naturale aiutare i miei potenziali clienti.

C’era però un problema non indifferente: aiutare i dipendenti è molto più difficile, in quanto sono situazioni estremamente variegate tra di loro, per via del fatto che ci sono dipendenti di qualunque settore e tipologia, mentre aiutare gli imprenditori è paradossalmente più semplice, visto che lavorano tutti nell’ambito dell’acquisizione clienti…

Alla fine, visto anche la depressione che stava dilagando in tutta la nazione, e per cercar di aiutare più persone possibili, decisi di avviare il progetto delle dirette.

In pratica nasce così l’embrione di ciò che poi sarà il gruppo di aiuto Terra Ohm.

Un insieme di corsi per aiutare a superare dei problemi in modo efficiente ed economico, di dirette per rispondere a domande importanti e di analisi sul futuro.

Ovvio che poi l’idea è stata ampliata e sviluppata per adattarsi agli eventi che si susseguivano ma, di fatti, è un sistema che permette di aiutare tutti in modo efficiente ed efficace.

Certo, ancora in quel momento non mi veniva in mente di creare il gruppo, di riunire solo la gente veramente interessata e di fornire servizi gratuiti o a bassissimo prezzo. Era appunto un embrione di qualcosa che poi si sarebbe sviluppato in modo strutturato.

L’arrivo di Giuseppe

Benché ormai il lungo lockdown era finito, grazie alle dirette la mia popolarità continuava ad aumentare e ciò si era tramutato anche in svariate consulenze aziendali che mi venivano commissionate.

Erano quasi tutti piccoli imprenditori che avevano capito cosa fare ma non sapevano come impostare il tutto, e quindi mi commissionavano dei business plan e analisi di vario tipo.

Molti erano paganti, altri erano piccoli aiuti che fornivo gratuitamente.

In ogni caso, il tempo cominciava a scarseggiare e quindi dovevo trovare modi per non perderlo inutilmente.

Fra i diversi efficentamenti ci fu quello di non perdere troppo tempo con i titoli delle mie analisi che riunii tutti sotto lo stesso nome: Fanta-Politica, a cui seguiva un numero progressivo.

In realtà questa mossa, se pur meno indicata ad attrarre visitatori nuovi, in quanto poco “click-bait”, cioè che non attira i curiosi, in realtà permise di dare ordine ai pensieri e fu notato da altri youtuber.

Uno di questi youtuber era il Greg, che aveva diversi canali molto frequentati, ma ve ne furono anche altri che poi nel tempo mi ospitarono per parlare delle mie previsioni.

Questo veicolare di video su diversi canali youtube fece si che i miei iscritti aumentarono notevolmente ma soprattutto, fece si che il mio canale raggiungesse persone che difficilmente avrei raggiunto diversamente.

Giuseppe era una di queste persone!

In realtà Giuseppe lo conoscevo da molti anni ma non ci frequentavamo. Lo avevo conosciuto nel 2006 circa, in occasione degli aggiornamenti professionali per consulenti finanziari. Se non ricordo male era un congresso per spiegarci la legge sulla gestione privata del TFR.

Comunque, essendo una riunione di tutti consulenti finanziari e bancari, ed essendo notoriamente un settore di tutti magna magna tipo i politici, non potevo che incontrare Giuseppe ai tavoli del buffet…

In ogni caso, anche parlando con i miei colleghi più anziani mi dicevano che era molto bravo e che aveva lavorato per istituti finanziari prestigiosi.
Io lì per lì non sapevo che pensare in quanto, parladogli al buffet rimasi un po’ spiazzato per via della sua irruenza e simpatia.

Insomma, il suo parlare a ruota libera è una cosa storica e non è certo iniziata con le ospitate nelle mie dirette…

Alla fine pensai che effettivamente mi sembrava preparato, e quando qualche anno dopo mi ritirai dal fare il consulente finanziario per spostarmi nell’ambito delle consulenze strategiche, pensai a lui come mio consulente personale.

Infatti, devi sapere, che nessun consulente finanziario in genere cura il proprio portafogli investimenti in quanto si tenderebbe a paralizzarsi nelle scelte.
In pratica, essendo emotivamente coinvolti nella gestione si finirebbe per fare la mossa sbagliata in quanto si tenderebbe a perdere lucidità.

Quindi, così come i medici tendono a non curare se stessi o i famigliari stretti, i consulenti finanziari affidano il proprio portafoglio ad un collega che stimano.

Io mi affidai a Giuseppe, ma da quel momento lo sentivo per telefono solo uno o due volte all’anno.

In realtà, siccome non mi occupavo più di consulenza finanziaria attiva, per rispondere meglio alle domande delle dirette, in quel periodo ho iniziato a telefonargli sempre più spesso, ma di certo non poteva immaginare che utilizzavo le sue risposte per poi aiutare le persone che mi seguivano.

Quando un giorno, sente parlare di me in un video del canale del Greg in cui lui era iscritto!

A questo punto mi volle vedere, cosa che tra l’altro non era nemmeno facile da fare visto che c’erano limitazioni di orari, distanziamenti da tenere, zone colorate diversamente da comune a comune, e così via.

Tant’è vero, che per vedere diversi followers in quel periodo ero costretto a fare peripezie e a sforare i limiti comunali, le zone rosse, e tutte le minchiate che il Governo Conte 2 si inventava di giorno in giorno.

Comunque, alla fine ci siamo visti e gli ho raccontato la storia che hai letto fino ad ora.

L’ha immediatamente trovata una bellissima idea e mi chiese se poteva essere di aiuto.

Le domande che io gli facevo per telefono servivano ad aiutare la gente a livello finanziario, in quanto, tutta quella crisi che si scatenò con lockdown avevano creato non pochi problemi patrimoniali alle persone.

Quindi occorreva fornire un qualche aiuto, che però doveva essere gratuito, perché in quelle condizioni quasi nessuno era in grado di pagare.

Sapendo che era molto religioso, cercai di fare leva su questo e gli chiesi se era disponibile a fare delle consulenze gratuite ai followers che ne facevano richiesta.

Lui mi disse di si, ma voleva sapere di che numeri si parlava. Insomma, quante consulenze avrebbe dovuto effettuare?

Non ne avevo idea.

Sapevo che avevo in quel momento avevo poco meno di 10.000 iscritti, e che in genere, mediamente, solo uno ogni cento agisce. Avevo stimato un centinaio di potenziali richieste, forse 120 ma, per non scoraggiarlo abbassai un po’ il numero dicendo che probabilmente sarebbero stati una cinquantina …magari al più 80.

Arrivarono, tipo, quattromila e rotte richieste delle più svariate entità… Cosa che tutt’oggi non fa che rinfacciarmi in ogni occasione!

Urge un approccio strutturato

Oltre all’esagerato numero di richieste di aiuto, che crescevano al crescere della popolarità del canale youtube, iniziarono a verificarsi delle situazioni molto particolari.

Nel tempo avevo fornito il mio numero di cellulare a migliaia di persone, che spesso mi chiamavano anche solo per parlare, per sfogarsi con qualcuno, per avere una parola di incoraggiamento in un momento, che è bene ricordare, era del tutto particolare per non dire del tutto allucinante.

In quel periodo, infatti, era da pochi mesi iniziata la campagna vaccinale “volontaria” ma di fatti obbligatoria. Stavano già andando a tamburo battente con la prima dose che avrebbe protetto per sempre ma già si iniziava a ventilare di doverne fare una seconda di rinforzo…

Ma non era tanto questo il problema, quanto il fatto che il Governo ha innescato volontariamente, usando i media e diversi personaggi pubblici, una vera e propria caccia alle streghe che poi, nella vita reale delle persone, si tramutò velocemente in una persecuzione sociale di chi non voleva iniettarsi un siero sperimentale senza sapere di preciso dove si sarebbe andati a parare.

Più il Governo e i media spingevano in modo brutale il siero, più una parte della popolazione iniziò a diventare sospettosa e a pensar male.

In ogni caso, qualunque fosse il motivo, una parte della popolazione decise di non vaccinarsi ma questo lì porto ad essere emarginati socialmente, ad essere visti come untori, a ritrovarsi in una situazione in cui amici e addirittura parenti stretti non volevano più averci a che fare!

Ricorderai di sicuro le campagne che prevedevano di non invitare a natale i non sierati, l’avvio delle applicazioni per smartphone come “Immuni”, e come non dimenticare il numero verde per le delazioni.

Questa situazione portò a gravi turbe psicologiche alcuni utenti che iniziarono a telefonarmi anche nel cuore della notte con intendi suicidi.

Io ovviamente non sono qualificato per gestire questo tipo di situazioni e quello che su due piedi mi veniva in mente di fare era dargli da parlare, anche del più o del meno, per far sbollentare la situazione e calmarli, ma occorreva trovare una soluzione più professionale.

Parlandone con Giuseppe convenimmo che forse era il caso di creare un servizio più strutturato perché il problema creato dal Governo era di grosse dimensioni e aiutare le persone dandogli da parlare non era un metodo ottimale di proseguire.

Grazie all’aiuto che Giuseppe dava a chi necessitava delle protezioni patrimoniali, a cui sommavano agli utenti che io stesso avevo conosciuto per telefono, riuscimmo a mettere in contatto le persone con i problemi con dei professionisti qualificati vicino a dove vivevano.

Abbiamo visto che la cosa funzionava e quindi abbiamo pensato che era il caso di creare un gruppo o un associazione strutturata al fine di permettere facilmente la creazione di un sistema di aiuto reciproco.

I tentativi di creare un’associazione

Presentammo l’idea in una delle dirette e devo dire che ci fu immediatamente un grande entusiasmo collettivo al riguardo.

Spinti da queste ali di entusiasmo iniziammo a vedere cosa prevedeva la legge a tal riguardo e vagliammo la possibilità di aprire un’associazione o addirittura una cooperativa, o in ogni caso, qualcosa facente parte del settore no-profit.

Ci andammo a scontrare immediatamente con una realtà ostile ed imprevista.

Infatti, nel tempo le leggi in materia di associazionismo e del no-profit erano via via diventati molto stringenti. A questo si sommava il problema di un governo che, di settimana in settimana cambiava le leggi in materia a colpi di DPCM, rendendo l’avvio di un’associazione sempre più complessa e machiavellica.

Non paghi di ciò c’era anche la questione europea che ci buttava il carico con la modifica perentoria del GDPR, cosa che rendeva estremamente arzigogolato e costosa la gestione dei dati informatici.

Iniziammo a girare esperti di associazioni ed enti no-profit ma, alla fine la cosa sembrava impossibile da affrontare con mezzi economici normali.

Inoltre ci sconsigliarono di avviare gruppi con molte persone, in quanto questo avrebbe fatto gola a politicanti senza scrupoli o semplici mitomani che avrebbero potuto creare cordate per fare le scalate al fine di appropriarsi delle capacità economiche dell’associazione e dirottare i soldi della cassa in aziende “amiche”…

Ricordo chiaramente che sia Giuseppe che il sottoscritto abbiamo iniziato a scoraggiarci, e forse la cosa traspariva un po’ anche nelle stesse dirette.

Sembrava che qualcuno cambiasse le leggi di settimana in settimana per chiudere gli spiragli che via via trovavamo come soluzione per risolvere il problema dell’apertura di questa benedetta associazione.

Passammo mesi in questo limbo senza riuscire ad aprire nulla finché non ci consigliarono di utilizzare una software-house esperta nelle questioni legislative legate alla burocrazia che ci avrebbe permesso di superare il nodo GDPR e tutti i vari impedimenti burocratici italiani.

Bene, presi appuntamento e ci recammo nella sede di questa azienda per presentare il nostro problema e farci fare un preventivo.

La cosa positiva è che trovammo la soluzione che rispettando tutte i protocolli del caso ci permetteva di avviare un portale online con cui poi avremmo gestito tutto il gruppo nel rispetto di ogni normativa.

Bene dirai? NO!

Farlo costava circa 15.000 euro per il software a cui si aggiungeva una gestione annuale di circa 40/45.000 euro…

In pratica, a parte la spesa del software da realizzare era necessario avere dei server particolari che solo quell’azienda disponeva, e occorreva anche un esperto di sicurezza informatica che doveva essere assunto per bloccare prontamente gli attacchi esterni, i furti di dati, fare i ripristini, denunciare il fatto alle autorità e via discorrendo.

Ora, per tutto l’entusiasmo che potevamo avere non aveva senso spendere una cifra così alta per creare un gruppo d’aiuto reciproco che si doveva fondare su aiuti gratuiti o al prezzo di costo.

Giuseppe e io aiutavamo praticamente gratis, altri professionisti che avevamo contattato ci avrebbero prestato servizi a prezzo di costo o a costi “simbolici”, e quindi non c’erano margini operativi con cui pagare quelle spese.

Inizialmente pensavamo di farlo addirittura con iscrizione totalmente gratuita, poi abbiamo visto che vi erano comunque costi di gestione per il commercialista, il sito internet, qualche tecnico che ci aiutasse a mettere tutto in piedi e poi a gestirlo.

Qualcosa occorreva chiedere come costo di gestione ma volevamo comunque rimanere bassi, tipo 5 euro al mese o simile. Insomma, un costo che fosse puramente simbolico con cui sorreggere tutta la struttura.

Se ci fossimo lanciati sulle spese viste prima sarebbe occorso un costo di partecipazione tipo quello di una palestra. In pratica 40/50 euro al mese che, visto il fatto che ci stavamo rivolgendo a persone in grave difficoltà sarebbe stato impossibile per quasi tutti riuscire ad iscriversi.

Eravamo al punto di partenza. Mi sentivo come Sisifo che non riesce a salire il masso in cima alla montagna.

Alla fine fu proprio uno dei bastoni nelle ruote che il Governo voleva aggiungere alle associazioni che ci ha permesso di trovare la soluzione!

Era uscito fuori che anche le No Profit dovevano utilizzare la fatturazione elettronica e la contabilità come fosse una società di capitali, con i medesimi costi di gestione quindi.

Bene, il pensiero è venuto spontaneo: Perché non apriamo direttamente una srl e ci togliamo dall’impiccio?

E’ vero che purtroppo si vanno a perdere il soldi dell’IVA, visto che essendo una società che per lo Stato ha uno scopo di lucro viene applicato il regime IVA. Tuttavia, creare una società ci permetteva di superare i problemi tipici di un associazione, come le scalate, l’obbligo di effettuare le riunioni pubbliche, eccetera.

Inoltre, cosa fondamentale, i dati per la fatturazione sono quelli che a noi servivano per sapere chi era iscritto o meno, ma l’incombenza di archiviarli veniva così scaricato al sistema delle fatture elettroniche. Cioè, si arrangia a tenerlo lo Stato e noi ci liberiamo di questo fardello costosissimo da gestire secondo le norme UE…

Quindi prendiamo la decisione definitiva di aprire una SRL. Inoltre, avviare una srl ci permetteva di fare alcune attività che con un’associazione non avremmo mai potuto fare!

Le procedure per avviare Terra Ohm

Una volta deciso di aprire un società a responsabilità limitata ci siamo iniziati a muovere per avviarla effettivamente.

La prima cosa da fare e costituire la società da un notaio.

Abbiamo quindi dovuto lavorare per creare lo statuto. Statuto che non era un semplice copia e incolla di un generico statuto di una srl, ma doveva essere creato ad hoc per permettere la gestione di un gruppo di persone organizzate, grosso modo, come fosse un’associazione.

Questo ha comportato la perdita di molto tempo e di costi, in quanto ci hanno dovuto lavorare degli avvocati.

Inoltre, siccome con l’associazione vogliamo anche aiutare delle persone ad avviare idee imprenditoriali ci serviva che la società potesse operare anche in termini commerciali dove era necessario, quindi, lo statuto doveva permettere anche di fare questo tipo di operazioni.

La società viene registrata dal notaio il 28 Luglio del 2022, e da quel momento inizia un’altra odissea per renderla effettivamente operativa.

Magari starai pensando: ma perché, che problemi ci potranno mai essere a rendere operativa una società una volta registrata dal notaio?

Teoricamente nessuna, se non fosse che c’è stato l’ennesimo cambio di legge in quelle settimane, e se non fosse per il fatto che nella camera di commercio di Catania c’era una vera e propria baraonda…

Allora, vado con ordine.

Avendo registrato l’atto il 28 luglio esso arriva alla camera di commercio nel periodo di ferragosto. Puoi immaginare l’efficienza di un ufficio pubblico nel periodo ferragostano…

Passa tutto il mese e la società non risulta mai ufficialmente registrata. La registrazione arriva il 4 di settembre.

Bene, allora potete partire? No, col piffero!

La società viene registrata ma dichiarata non operativa, Questo significa che non potevamo fare nulla, nemmeno aprire il conto corrente aziendale per depositare il capitale sociale.

Chiediamo al commercialista lumi e lui ci dice che avrebbe fatto solleciti per rendere la società attiva.

Passano le settimane ma nulla. Non si muove foglia.

Io e Giuseppe pensiamo al peggio: vuoi vedere che ci stanno bloccando a livello burocratico di proposito? D’altro canto cambiavano le leggi in continuazione quando cercavamo di aprire l’associazione, non vorrei che qualche buontempone ci avesse insabbiato in camera di commercio.

Alla fine, eravamo già ad ottobre inoltrato si scopre l’arcano. Anche perché c’erano centinaia di aziende bloccate in tutta la provincia.

Era cambiata la legge e la richiesta di attivazione della società non poteva più richiederla il commercialista con la sua firma digitale ma deve farlo obbligatoriamente l’amministratore con la sua di firma digitale.

Quindi vado a crearmi la firma digitale e poi procedo a firmare questi documenti e mandarli alla camera di commercio, affrontando ulteriori costi.

Finalmente, dopo qualche giorno arriva l’ok e la società risulta attiva.

Bene, allora finalmente potevate aprire? NO!

Sarebbe stato bello ma purtroppo occorreva prima aprire un conto corrente aziendale, versare il capitale sociale, attivare il sistema di fatturazione elettronica, impostarlo correttamente, eccetera.

Andiamo nella prima banca e non accettano correntisti nuovi…

Andiamo in un’altra banca ed hanno problemi al momento…

Finiamo per girare giorni fino a quando finalmente troviamo una piccola banca che accetta nuove aziende.

Bene, apriamo il conto corrente espletando un sacco di pratiche burocratiche, in quanto un conto aziendale non è come uno di una persona fisica, e quindi serve portare la visura camerale, lo statuto e quant’altro. Poi servono i documenti dei vari soci e altri cose simili.

Fatto il tutto il conto viene aperto ma non è attivo. Non potevo fare nessuna operazione.

Cerco di capire qual è il motivo e si scopre che il sottoscritto non era cliente di quella banca e non mi conoscevano…

Devono fare un’indagine su di me e ci vuole tempo.

Alla fine finiscono l’indagine e gli vado bene. Volevo proprio vedere visto che sono pure iscritto al registro dell’IVASS, ma tant’è.

A questo punto mi accorgo di una cosa banale ma fino a quel momento non ci avevo fatto caso: non mi avevano dato il bancomat, le carte di credito e manco il blocchetto degli assegni, anche se questi ultimi ormai sono in disuso.

Vado di nuovo in banca e li richiedo.

Non ci crederete alla risposta: siccome la vostra azienda ha meno di 2 anni non possiamo rilasciarvi ne la Visa ne la Mastercard. Al più si può provare con l’American Express…

Ora, il problema è che tutti i servizi online che ci serviva acquistare per avviare il portale del gruppo Terra Ohm si pagano in carta di credito e, senza una carta di credito non si può avviare nulla.

Chiedo quindi se mi danno una prepagata del circuito Visa/Mastercard.

No! le aziende non possono utilizzare carte prepagate. Possiamo darvi solo il bancomat.

Mi faccio dare il bancomat ma, scopro presto che molti servizi online non si possono pagare con il bancomat anche se fanno parte del circuito Visa/Mastercard.

Allora mi muovo per aprire un account paypal da associare alla società.

Faccio tutta la procedura ma questa si blocca perché va in conflitto. Che cosa è successo? Semplicemente, ho un solo numero di cellulare e l’ho usato in fase di registrazione, solo che si sono accorti che avevo già un mio account che utilizzava il medesimo numero di cellulare, e quindi non mi facevano aprire un altro account.

Alla fine sono costretto a comprare lo spazio web e i nomi a dominio con una società italiana che sono le uniche che accettavano la carta di debito che ci avevano concesso, solo che questi servizi online non sono buoni ed efficienti come quelli che si trovano all’estero…

Non avendo scelta procedo così e inizio i lavori di istallazione del portale. Eravamo giunti al 27 dicembre del 2022.

Quindi erano passati quasi 6 mesi dalla registrazione dell’atto costitutivo al momento effettivo di avvio dei lavori!

La formazione del gruppo Terra Ohm

Mentre portavamo avanti i vari step burocratici che attanagliavano l’apertura della società e tutto ciò di cui ho parlato poc’anzi, sia io che Giuseppe dovevamo anche iniziare a formare il gruppo Terra Ohm.

Abbiamo deciso che era necessario conoscere chi sarebbe entrato dentro il gruppo onde evitare situazione spiacevoli che si sarebbero potute presentare in una fase successiva.

Non bisogna dimenticare che il tutto è nato online e, in rete capitano spesso che si presentino haters, troll, guasta feste di vario tipo, infiltrati il cui scopo è sabotare i progetti altrui, gente che spera di raccattare voti per improbabili partitini di pseudo rivoluzionari, e non ultimo i quelli pagati da UE, NATO, WEF, eccetera, il cui scopo è demoralizzare le persone per poi piegarle più facilmente in una fase successiva.

Quindi, occorreva conoscere tutti di persona per cercare di filtrare chi entrava. Un po’ come nelle discoteche in cui scrivono: la selezione all’ingresso aumenta il divertimento.

No che conoscere di persona tutti eviterà con certezza che qualcuno si infiltri, ma chiaramente la stragrande maggioranza verrà tagliata fuori e i pochi che entreranno sarà più facile individuarli e cacciarli o isolarli.

Quindi, anche se ai più può sembrare una cosa poco sensata, il tutto è stato ideato al fine di selezionare chi si può iscrivere anche al costo di perdere molte adesioni.

Sembra una cosa poco sensata, in quanto in genere, le associazioni cercano di accumulare quanti più iscritti possibili, anche perché poi tutte hanno il solito sogno politico.

A noi non interessa la politica attiva e quindi non ci frega nulla di essere in tanti. Preferiamo pochi ma buoni. Cioè, poche persone ma che aiutino gli altri in modo attivo o come possono e non tanti che stanno lì ad aspettare che gli altri facciano le cose mentre si godono il viaggio.

Quindi occorreva conoscere i futuri membri Terra Ohm. Come fare? Semplice, andandoli a conoscere in giro per l’Italia.

Organizziamo quindi una serie di tour al fine di conoscere più gente possibile.

Il primo viene fatto a maggio del 2022 e prevedeva una decina di incontri. Ogni incontro consisteva in una cena il cui obiettivo era presentare l’idea e poi parlare con quante più persone possibili.

In genere l’incontro “tipo” si svolgeva in questo modo:

Così facendo cercavamo di conoscerne il più possibile.

Nel frattempo gli incontri con l’esperienza si sono perfezionati e abbiamo scoperto quale sono le modalità migliori. Tipo quella di evitare incontri troppo numerosi, come posizionare i tavoli, quali sono le location migliori per questo tipo di incontri, eccetera.

Abbiamo quindi fatto un primo giro durato circa 12 giorni.

Poi ne abbiamo fatto un secondo partendo con due auto nel mese di luglio. Mese di luglio in cui, tra le altre cose, abbiamo anche inaugurato la sede di Catania poco prima della partenza.

A settembre ne abbiamo fatto un terzo ma partendo con una sola auto.

Infine, a novembre abbiamo fatto un tour più piccolino per coprire la Sardegna.

Alla fine abbiamo coperto quasi tutte e 20 le regioni. Per la precisione ci sono stati appuntamenti in 17 regioni e, alcune di queste hanno avuto più appuntamenti in quanto c’era sempre il pienone.

Abbiamo fatto circa 15.000 km per incontrare chi è venuto agli appuntamenti. Un’attività che è costata tempo, fatica e anche parecchi soldi.

Tra l’altro voglio approfittare di questa presentazione anche per ringraziare ufficialmente tutti quei follewers che ci hanno ospitato a casa, aiutato ad organizzare gli incontri, o invitato a pranzo o a cena nelle lunghe trasferte.

La scelta del nome Terra Ohm

Una domanda che ci fanno spesso riguarda il nome di questo gruppo di aiuto reciproco che abbiamo avviato: “Da dove esce fuori il nome Terra Ohm?”.

Effettivamente è un nome molto strano che teoricamente non è adatto ad identificare un gruppo di persone. In tanti in questi mesi ci hanno detto che sarebbe meglio cambiarlo con qualcosa tipo “Gli amici di Patrick”, oppure qualcosa più New-age prendendo spunto da qualcosa in natura come “il Baobab” eccetera.

No! Preferiamo rimanere con il nome Terra Ohm perché ha dei suoi specifici significati.

Siamo giunti a questo nome agendo di pensiero laterale, così come in genere faccio sempre nelle mie analisi strategiche.

Il mio nome d’arte è Patrick De Watt. Anche questo nome d’arte a tutta una sua storia ma non è questa la sede per spiegare da dove deriva. Il pensiero laterale inizia proprio dalla parola Watt che viene utilizzato come unità di misura elettrica ed in particolar modo è un’unità di misura di potenza.

Se il watt misura la potenza, e quindi Patrick De Watt e la potenza nobile che muove il gruppo (da notare il fatto che non è Patrick Watt ma De Watt, come i nobili).
Il nostro gruppo è stato creato per resistere ai soprusi del Governo durante i lockdown e tutte quelle situazioni allucinanti che ho citato all’inizio di questa presentazione.

Qual è l’unità di misura della resistenza elettrica? E’ l’Ohm, il cui simbolo è la lettera greca Omega.

Quindi volevamo che fosse presente la parola Ohm che, oltre ad avere il significato di resistenza assomiglia molto alla parola inglese Home che significa “casa”. In fin dei conti il portale del gruppo e il gruppo stesso è una casa per tutti gli iscritti.

Ma non finisce qui! La parola Ohm assomiglia molto ad una parola meditativa: Ohmmmmm Ohmmmmmm.

Considera che molti degli iscritti a Terra Ohm siamo anche persone fortemente spirituali e quindi, la meditazione è un qualcosa che fa parte delle nostre vite.

Quindi la parola Ohm fu ampiamente promossa come nome. Solo che chiamare il gruppo Ohm era troppo breve e non sufficientemente caratteristico. Serviva una parola da affiancargli.

Pensammo a diverse parole da mettere davanti o dietro la parola Ohm ma alla fine abbiamo pensato al fatto che unisce tutti quelli che credono nel progetto, che in realtà sono sparsi per il mondo.

Si, la maggior parte siamo residenti in Italia ma ti assicuro che ve ne sono tanti in giro per l’Europa e addirittura anche per il resto del mondo. E’ il bello di Internet che ha abbattuto i confini molto meglio che non i vari gruppi no-border…

E qual è il nome del nostro pianeta? Il pianeta Terra.

Quindi esce fuori il nome “Terra Ohm”.

Abbiamo poi pensato che Terra assomiglia molto alla parola “Tera” che è un unità di misura, così come lo è kilo, mega o giga. Un tera sarebbe in pratica 1000 giga, quindi una misura elevatissima.

Un tera Ohm sarebbe quindi una resistenza fortissima, che in realtà non esiste in natura visto che sono già considerate resistenza infinita i 12.9 giga ohm.

Quindi Terra Ohm, non solo fa pensare alla casa ma anche ad una resistenza infinita.

Ed è così che si è giunti definitivamente al nome di questo nostro gruppo. Mancava solamente di aggiungere un motto.

Anche in questo caso vi erano tanti idee ma alla fine, sempre ragionando di pensiero laterale ho pensato ai discorsi che facevamo sempre nelle dirette o nella chat di supporto su telegram.

Alla fine vogliamo solo essere liberi e poter decidere della nostra vita in fin dei conti.

Quindi mi è venuto in mente il motto: “Figli del mondo libero”.

Iscrizione a Terra Ohm

E fin qui hai potuto capire quali sono i passi che hanno portato alla nascita del gruppo Terra Ohm.

Adesso sono sicuro che ti interessa sapere cosa facciamo di preciso e come puoi eventualmente aderire a questo nostro gruppo.

Il cosa facciamo cambia nel tempo e si aggiungono sempre nuovi servizi e utilità. Di conseguenza non ne parlo in questa sede ma puoi conoscere il tutto in dettaglio nella sezione Vieni con noi.

In particolar modo abbiamo deciso di dividere le iscrizioni per categorie in modo da dare ad ognuno ciò che gli serve più nello specifico.

C’è l’abbonamento standard per singole persone.
In questo caso si ha accesso a tutti quei servizi che possono interessare un normale cittadino privato. Nella sezione Servizi puoi ovviamente approfondire.

C’è poi l’abbonamento famiglie.
E’ lo stesso di quello standard ma il diritto di accesso alla piattaforma si allarga a tutti i membri del nucleo famigliare ed i servizi erogati coprono tutti.

Infine c’è l’abbonamento aziende e professionisti.
E’ un po’ più costoso, ma in ogni caso è un costo simbolico e in questo caso pure scaricabile.
Da l’accesso al servizio per famiglie (o single) ed ha inoltre tutta una serie di servizi utili a chi ha un’impresa, a chi svolge l’attività di libero professionista, sia a livello professionale che nell’artigianato, e a chi vuole avviare un’azienda o un lavoro autonomo in futuro.

L’iscrizione, però, non è automatica!

Non basta pagare per far parte della famiglia Terra Ohm ma c’è una selezione all’ingresso.

Come detto in precedenza, con Giuseppe ho girato più volte l’Italia al fine di conoscere le persone e vedere chi può o meno richiedere di entrare nel gruppo.
Ho già spiegato i motivi e non sto qui a ripetermi.

La stessa selezione la devono superare quelli che arriveranno in secondo tempo.

Ovviamente non c’è bisogno di aspettare che ci incontriamo dal vivo in una delle trasferte che faremo in futuro ma ci possiamo incontrare anche a distanza mediante videoconferenza.

Chi è interessato, privato o azienda che sia, deve farne richiesta e appena possibile fissiamo un incontro a video per conoscerci.

Se si è accettati verrà poi mandato il link privato per registrarsi.

Bene, adesso tocca a te!

Se vuoi far parte della famiglia Terra Ohm vai a visionare la nostra offerta cliccando sul link in basso e poi fai la richiesta di adesione.

Ti aspettiamo.

Clicca QUI e Vieni con noi!